Noi, la generazione del Duemila
Oggi mentre ero sul balcone a fumare, ho riso, poi nella mia mente riflettendo la mia immagine che rideva, mi sono reso conto che quando sono davanti allo specchio e vedo veramente me con i miei occhi non in prima ma in terza persona, non rido quasi mai.
Poche volte davanti allo specchio ho riso, poiché ridere è un mio punto debole dato che non mi è mai piaciuta la mia faccia ed ho capito che effettivamente non mi sono accettato del tutto.
Ci preoccupiamo parecchio di come le altre persone ci vedono e cosa pensano di noi, perché nell’effettivo non siamo sicuri di ciò che siamo o neanche lo sappiamo.
Quindi ci nascondiamo dietro vestiti, gioielli, personaggi, volti. Spesso lo facciamo addirittura senza neanche accorgercene perché è quasi come fosse un meccanismo creato dal nostro cervello per difesa.
Per proteggerci dal mondo, perché nascondersi dietro qualcos’altro è più facile; tuttavia, per saper stare bene e vivere in uno stato di serenità mentale e fisica bisogna essere ciò che si è veramente.
Viviamo con noi stessi 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, notiamo varie realtà di noi alle quali diamo troppa importanza, tanto che ci appaiono quasi come difetti.
Ma non sono difetti, sono solo come è la nostra conformazione, perché ognuno di noi è diverso, tutti hanno delle piccole cose diverse che rendono ciò che siamo.
Il messaggio che voglio mandarvi oggi è di smetterla di dare importanza a ciò che crede la gente ma piuttosto a ciò che credete di voi stessi, ad essere ciò che siete, non ciò che/chi provate ad essere.
I don’t expect you to understand but I recommend you to think about it and share it.
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