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Immagine del redattoreMarco Caridi

Macchine senzienti, grandi traguardi della scienza

Può una macchina essere considerata senziente? Nel 1950, in un articolo dal titolo "Computing Machinery and Intelligence", il grande scienziato e matematico Alan Turing, padre dell’intelligenza artificiale e della computazione, parte da una domanda simile: “Le macchine possono pensare ?” e propone di darvi risposta utilizzando un test: il famoso "test di Turing". Al test partecipano un umano, detto esaminatore, e due entità da esaminare: umana la prima ed artificiale la seconda, entrambe chiuse in due stanze diverse. L'interrogante deve cercare di capire, facendo delle domande attraverso un terminale, quale dei due interlocutori sia umano e quale la macchina. Per superare il test e dimostrare di essere pensante la macchina deve “confondersi” con l’umano, deve pertanto essere difficile per l’esaminatore distinguere l’uomo dalla macchina.

Ad esempio rispondendo più lentamente ad un calcolo complesso come farebbe un umano utilizzando la matematica di base e non una calcolatrice.

Tornando pertanto al quesito di partenza Turing ci ha lasciato un metodo che ancora oggi facciamo fatica ad applicare in tutte le sue interpretazioni.

Il freno più importante a questa metrica è forse dato proprio dai limiti della specie umana di accettare che un proprio prodotto possa essere come essa. In generale la grande mancanza di conoscenza di noi stessi relega in un universo irrazionale molte delle nostre capacità, universo irrazionale che mai potrà essere riprodotto attraverso sistemi razionali per quanto intelligenti.

Ma facciamo un passo indietro, a cosa si pensa quando si usa il termine Intelligenza Artificiale?

L’intelligenza si manifesta in molteplici forme e molteplici sono i modi con cui può essere valutata e misurata. Significa, ad esempio, che un computer è intelligente se ci risponde proprio come farebbe un essere umano?

O un robot sarebbe tale se fosse indistinguibile da un essere umano? Sebbene l'intelligenza artificiale debba ancora raggiungere tali livelli, il 2022 ci ha dato un assaggio di come questa tecnologia che potremmo denominare più propriamente Conoscenza Artificiale continui a crescere in modo significativo. Vediamo alcuni dei traguardi più importanti raggiunti nel corso dello scorso anno:

Sistemi per la creazione di immagini e video

Un modello generativo di immagini divenuto virale con la sua capacità di generare immagini foto realistiche con nient'altro che un prompt di testo ovvero una breve indicazione della scena che si desidera far disegnare dalla macchina. DALL-E ha origine da GPT (Generative Pre-trained Transformer), un sistema intelligente open source in grado di generare testo, eseguire traduzioni, rispondere a domande, riassumere documenti ed altro ancora.

Tuttavia, DALL-E non è l'unico modello di generazione di immagini su Internet. È affiancato da sistemi del calibro di Midjourney, per esempio. Midjourney è un laboratorio di ricerca indipendente che attualmente lavora su un generatore di immagini simile a DALL-E, con l'obiettivo di espandere i poteri immaginativi della specie umana. Stable Diffusion è un altro modello text-to-image rilasciato congiuntamente da Stability AI, CompVis LMU e Runway. Il modello ha visto il rilascio della sua seconda versione alla fine di novembre scorso, offrendo una serie di nuove funzionalità e migliorie rispetto alla versione originale. Nel corso dello scorso anno abbiamo visto gli utenti fare affidamento su molti di questi strumenti, in particolare DALL-E e Stable Diffusion per creare opere d'arte con l'aiuto dell'intelligenza artificiale. Tuttavia, molti artisti hanno sottolineato che questi strumenti di intelligenza artificiale stanno semplicemente strappando le loro opere d'arte e stili, senza alcun merito agli artisti originali. E dato che l'uso di questa tecnologia è destinato a crescere, possiamo aspettarci che questo dibattito continui nei prossimi anni.

Sistemi dialogici

Nel giugno scorso, il Washington Post ha pubblicato una storia su un ingegnere di Google, che ha affermato che il chatbot di intelligenza artificiale dell'azienda, Language Model for Dialogue Applications (LaMDA), poteva essere considerato senziente. Secondo quanto dichiarato dalla stessa azienda, lo strumento può "sostenere dialoghi in modo coerente e fluido su un numero apparentemente infinito di argomenti, un'abilità che si pensa possa sbloccare modi più naturali di interazione con la tecnologia e generare categorie nuove di applicazioni utili".

Ma Google non ha mai affermato che il chatbot fosse senziente. Tuttavia, rileggendo le conversazioni con il chatbot su argomenti come religione, coscienza e robotica verrebbe proprio di dar ragione all’ingegnere.

Le sue affermazioni hanno in ogni caso scatenato una discussione sulle capacità e sui limiti dei chatbot basati sull'intelligenza artificiale e sulla possibilità che questi possano dialogare in un modo che assomigli alla conversazione umana.

Secondo quanto riferito, Google ha posto l’ingegnere in congedo amministrativo retribuito per aver violato la sua politica di riservatezza e ha affermato che le "prove non supportano le sue affermazioni".

A propria giustifica l’ingegnere ha persino condiviso trascrizioni dettagliate della sua conversazione con LaMDA in un dettagliato post su Medium. Ha scritto nel suo blog: “Quando LaMDA ha affermato di avere un'anima e poi è stato in grado di spiegare in modo eloquente cosa intendeva con ciò, ero propenso a dargli il beneficio del dubbio. Chi sono io per dire a Dio dove può e non può mettere le anime?”

Nell’ambito dei sistemi dialogici non si può non citare ChatGPT di OpenAI di Elon Musk, lo strumento AI che recentemente ha catturato l’attenzione del pubblico generando ampi dibattiti e discussioni ancora una volta sul tema etico di cui al principio di questo articolo. Alla stessa stregua di LaMDA anche ChatGPT è un sitema dialogico in grado di comprendere il linguaggio naturale e rispondere a tono. Può dare soluzioni a problemi complessi in un batter d'occhio.

Sebbene ChatGPT sia ancora incline alla disinformazione, le sue risposte simili a quelle umane hanno comunque impressionato molte persone. OpenAI afferma che "ChatGPT è in grado di rispondere a domande di follow-up, ammettere i propri errori, contestare premesse errate e rifiutare richieste inappropriate".

Tuttavia, i ricercatori e gli scienziati hanno sottolineato che in molti casi ChatGPT stia semplicemente "pappagallando" idee e non ha l'esperienza che un vero essere umano avrebbe su un particolare argomento.

Ma su questo dibattito si apre un filone che esula dagli intenti di questo articolo.

Sistemi di traduzione automatica

A ottobre, Meta (Facebook) ha presentato un nuovo traduttore AI in grado di convertire lingue parlate come l'hokkien in inglese.

L'hokkien è un dialetto del cinese min meridionale ed è principalmente una lingua parlata, il che significa che non ha un sistema di scrittura standard.

Ciò rende la creazione di strumenti di traduzione per esso una sfida enorme. Ma grazie al progetto Universal Speech Translator (UST) di Meta e un pizzico di intelligenza artificiale, la sfida è stata superata in una certa misura. Sebbene il modello sia ancora in fase di elaborazione, consente a un parlante hokkien di conversare con un parlante inglese. Meta spera che i metodi di intelligenza artificiale sviluppati da UST alla fine consentiranno la traduzione vocale in tempo reale in molte lingue.

Oggi non sappiamo sostenere con fermezza se le macchine un giorno saranno senzienti oppure no, non vorremmo finire come il dottor Frankenstein, oppure nella visione di Blade Runner tuttavia possiamo considerare come il passaggio dall’era dell’informazione a quello della conoscenza ci stia offrendo la possibilità di mettere a fattor comune, e quindi democraticizzare, tutti i nostri pensieri e le nostre parole, pensieri e parole di una specie umana che vuole razionalizzarsi con tutti i suoi pregi e difetti, giudizi e pregiudizi all’interno di sistemi automatici come quelli citati.

Siamo entrati pertanto nell’era della collaborazione tra umani e macchine; nell’era in cui le macchine non ci aiutano solo “meccanicamente” come nella genesi della parola Robot(a) ma anche cognitivamente; nell’era in cui ogni processo umano centrico potrà essere supportato da un sistema intelligente che ci liberi da certi compiti per darci l’opportunità di evolvere verso nuovi traguardi che solo la nostra mente potrà raggiungere.



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