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Stefano Raucci

Luciano Moggi, racconta la sua Juventus

In occasione della celebrazione dei 100 anni della famiglia Agnelli al comando dei bianconeri, abbiamo intervistato l'ex direttore generale


Luciano Moggi, direttore generale della Juventus per 12 anni

È di qualche giorno fa la celebrazione dei 100 anni della famiglia Agnelli al comando della Juventus.

L’evento si è tenuto al PalaAlpitour di Torino alla presenza di tanti ex calciatori che hanno fatto la storia in maglia bianconera, da Michel Platini ad Alex Del Piero.

A fare da cerimoniere John Elkann, attuale plenipotenziario della Exor e della società, che ha confermato l’impegno della famiglia per il presente e il futuro del club. In mezzo a tanti volti noti presenti, hanno fatto rumore alcune assenze tra cui quella di Luciano Moggi, per anni Direttore Generale della Juve e dirigente di lungo corso nel calcio italiano.

Moggi tiene subito a precisare una cosa: “Al contrario di quanto si possa pensare, io sono stato invitato alla festa, ma ho preferito non andare per una mia scelta. Ho preferito ricordare gli Agnelli per conto mio, andando a Villar Perosa a rendere omaggio all’Avvocato e ai suoi più stretti discendenti”. Quindi, non un’assenza dovuta a rapporti non più buoni dopo calciopoli e tutto quello che è venuto come conseguenza? “Assolutamente no, io ho un buonissimo rapporto con Elkann, e lo ringrazio comunque per avermi invitato”. Tra i più acclamati nella serata della festa c’è stato Alex Del Piero. Molti tifosi juventini lo vorrebbero rivedere alla Juve magari come presidente; per lei sarebbe adatto al ruolo? “Attenzione, dirò una cosa impopolare ma è quello che sento – dice Luciano Moggi -. Del Piero è un’icona per i tifosi, ma per il resto ci vuole competenza ed esperienza. Soprattutto se si è chiamati a comandare una società importante come la Juventus”.

Guardando al campionato, chi è la favorita per lo scudetto? La Juve è in corsa? “Inter, Milan e Napoli sono più forti, la Juve può essere competitiva ma solo se qualche big accusa una flessione”.

Il Napoli è ancora tra le squadre più forti? Come valuta l’inizio stentato con Garcia sulla panchina dei partenopei? “Garcia ha le sue colpe ma anche delle attenuanti. Ha trovato un campionato che non è come quello dell’anno scorso diviso in due parti, che ha favorito e agevolato Spalletti. Se ben ricordate, Spalletti aveva vinto allo Zenit in Russia dove il campionato è diviso in due parti da sempre. Quindi, lui aveva probabilmente ripetuto il tipo di preparazione che aveva già fatto in Russia adattandolo al Napoli nella stagione passata. Ma questo campionato è tutta un’altra storia e forse Garcia non è stata l’idea migliore per la successione di Spalletti. Bisognava pensarci prima e prevederle, le difficoltà di Rudi Garcia”. Le piace la Juventus di Allegri? “Il problema di Allegri è che ha un gioco di rimessa e non piace ai tifosi, sembra quasi che le squadre che allena lui non abbiano idee. Però è uno che sa come si vince, cinque scudetti non si vincono per caso. Chi non la vuole vedere, che vada al cinema!”



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