L'opera avviata nel 2005 era destinata ai campionati mondiali di nuoto del 2009.
Ancora oggi non appare certo il recupero del complesso e non si sa nulla della futura destinazione.
Siamo sui prati di Tor Vergata, un'area della periferia sud est di Roma che, se non fosse per la vicina sede dell'Università degli Studi e per il Policlinico, rappresenterebbe nient'altro che il crocevia tra la periferia orientale della Capitale e i vicini Castelli Romani.
Ventun anni fa, il 19 e il 20 agosto 2000, Papa Giovanni Paolo II vi incontrava due milioni di giovani provenienti da tutto il mondo che avevano raccolto il suo invito di celebrare la Giornata della Gioventù a Roma.
Impossibile non notare per chiunque transiti nella zona una maestosa struttura a forma di vela che a prima vista sembrerebbe anche deturpare il paesaggio.
Un capitale di 660 milioni di euro “stimati” di spesa per questa incompiuta struttura architettonica della “Città dello Sport”.
Il complesso sportivo polifunzionale dell'architetto spagnolo Santiago Calatrava, mai finito e mai inaugurato, fu avviato nel 2005, all'epoca del primo mandato della giunta di Walter Veltroni e la struttura era destinata ad ospitare i Campionati mondiali di nuoto del 2009.
Il piano prevedeva una coppia di palazzetti dello sport, uno per basket e pallavolo e l'altro per il nuoto, posti uno di fronte all'altro con una coppia di laghetti che, visti dall'alto, avrebbero dovuto formare una struttura a quadrifoglio.
Un futuristico e immane progetto: due edifici simmetrici a pianta ellittica con struttura in calcestruzzo armato a setti, disposti a raggiera rispetto ad un unico centro; per entrambi era prevista una copertura reticolare in acciaio e vetro che ricorda due vele piegate dal vento. Gli stadi internamente composti da gradinate che avrebbero posto gli ottomila spettatori del Pallanuoto e i quindici mila del Palasport ad un livello molto elevato rispetto al campo di gioco o alla vasca.
Intorno a questa struttura sarebbero stati realizzati un campus da 1500 alloggi per ospitare gli studenti universitari, piscine all'aperto e al coperto, pista di atletica, altre strutture sportive, parcheggi, padiglioni e gallerie per eventi e mostre.
Di fronte al complesso di impianti sportivi, era prevista una torre destinata al rettorato dell'Università e alta circa 90 metri.
Come tutti i progetti dell’archistar, le vele di Calatrava stupiscono per le forme concavo-convesse che restituiscono un aspetto sinuoso che meraviglia l’osservatore, molto simili ad altre opere dell’architetto spagnolo, come l’Hemisfèric e l’Ágora per la città delle arti e delle scienze a Valencia, l’Oculus nel World Trade Center di New York e la Stazione TAV di Reggio Emilia. E’ importante ricordare che Calatrava è il progettista anche di quello che sarà l'edificio più alto del mondo e di importanti ponti italiani come il Ponte della Costituzione (Venezia), il ponte sul fiume Crati (Cosenza) e il ponte sospeso di Bari.
Come molti suoi progetti anche le vele di Calatrava hanno fatto discutere, costi esorbitanti che crescono nel tempo a dismisura fino a diventare fino a undici volte maggiori rispetto ai fondi stanziati inizialmente. La realizzazione è stata anche messa a dura prova dal cambiamento della giunta, dal susseguirsi di diverse imprese e dall’avvio di diversi procedimenti giudiziari nei confronti di diversi attori del processo.
Il progetto è stato avviato nel 2005 dall'amministrazione dell'allora sindaco di Roma Walter Veltroni con un costo previsto per la realizzazione dell'opera di 60 milioni di euro, che diventarono 120 milioni già all'atto dell'assegnazione dei lavori tramite gara d'appalto. La società che ricevette l'incarico della costruzione fu la Viannini Lavori del gruppo Caltagirone; la gestione dei fondi fu affidata alla Protezione Civile di Guido Bertolaso che chiamò Angelo Balducci per la gestione dei capitali. Tra il 2006 e il 2007, pur non avanzando i lavori di costruzione, si vide l'ulteriore raddoppio dei costi di costruzione che arrivarono così a 240 milioni di euro.
A giugno 2008 Claudio Rinaldi subentrò ad Angelo Balducci e ad ottobre dello stesso anno il nuovo sindaco di Roma Gianni Alemanno affermò che - dopo 3 anni dall'inizio lavori - sarebbero state gettate le fondazioni della "Città dello Sport"; a dicembre, però, venne deciso che i mondiali di nuoto non sarebbero più stati disputati a Tor Vergata, in quanto la struttura non avrebbe potuto essere completata in tempo, e si optò per l'utilizzo del Foro Italico, già utilizzato per i Campionati mondiali di nuoto 1994.
Nonostante quest'ultimo fosse stato presentato come già pienamente efficiente, vennero comunque stanziati 45 milioni di euro per dei lavori di ristrutturazione in questo sito. La costruzione della "Città dello Sport" nel 2009 fu bloccata per mancanza di fondi nonostante si fosse speso, fino a quel momento, 4 volte la cifra inizialmente stimata per la realizzazione dell'opera.
Calatrava dichiarò nell'aprile 2010: "Attualmente sono stati realizzati i due stadi, uno per il basket e l'altro con le piscine per il nuoto, i tuffi e quella per il riscaldamento, piccoli servizi e l'accesso per gli atleti. È in corso di realizzazione il parcheggio e la copertura a cupola di uno dei due palazzi, mentre sono state già costruite anche la piscina esterna ed un'altra sempre per il riscaldamento degli atleti", e il cantiere, già fermo da circa un anno, rimase immobile a guardare il susseguirsi degli eventi.
Nel 2011, grazie alla candidatura di Roma quale sede delle Olimpiadi 2020, si decise di riattivare il cantiere di Tor Vergata: i lavori ripresero senza nessuna data certa per la consegna dell'impianto e con una cifra stimata per il completamento dei lavori di 660 milioni di euro, 11 volte il prezzo iniziale.
Nel novembre 2012, il sindaco Giovanni Alemanno annunciò che il complesso sportivo sarebbe stato completato con il contributo di privati, ma le operazioni di completamento, al dicembre 2014 non erano ancora partite. A inizio 2014 fu prospettato il cambio di destinazione d'uso per la "vela" dalla struttura della copertura già completata, e destinata allo stadio del nuoto, con una proposta dell'Università di Tor Vergata per trasformare la struttura in una serra-orto botanico. La spesa prevista per completare la copertura si sarebbe aggirata intorno ai 60 milioni di euro. Secondo questo piano il secondo palazzetto potrebbe comunque essere realizzato come struttura polifunzionale per eventi sportivi e musicali, sebbene la struttura per essere completata richieda altri 426 milioni di euro.
Nell'ottobre 2014 il Codacons ne ha proposto la demolizione, in quanto la struttura incompiuta danneggerebbe “il paesaggio e la collettività”.
E' dello scorso maggio una manifestazione con una delegazione dei Giovani di Forza Italia che ha manifestato davanti alla Vela di Calatrava per chiederne il completamento e la riqualificazione dell’area che ormai da anni risulta abbandonata. Presenti all’iniziativa l’On. Paolo Barelli, Presidente della Federnuoto e Deputato di Forza Italia e Maurizio Perazzolo, già Consigliere Regionale e Responsabile della Consulta Sport di Forza Italia Roma.
“Oggi siamo qui per chiedere, prima di tutto come giovani romani, un passo in avanti di tutte le istituzioni coinvolte: dal Comune di Roma al Governo Nazionale, passando per la Regione Lazio, l’Università di Tor Vergata e le Federazioni Sportive. Lavoriamo tutti insieme per riqualificare e rilanciare la vela di Calatrava e questo bellissimo territorio con un progetto vincente che metta al centro lo Sport, il Futuro e i Giovani e valorizzi adeguatamente gli spazi del Municipio VI”, dichiara Simone Leoni, Coordinatore Regionale di Forza Italia Giovani e Candidato all’Assemblea Capitolina.
E nel frattempo qualcosa sembra essere cambiato da qualche anno a questa parte, trecentoventicinque milioni per completare il progetto di Santiago Calatrava.
La somma che il governo è intenzionato ad investire, si divide in due operazioni. Il primo passo da affrontare per far ripartire il cantiere, prevede la soluzione del contenzioso tra l’Univeristà di Tor Vergata e la Vianini Lavori Spa. Le due realtà sono legate da una convenzione che il governo mira a chiudere. Per farlo, la legge di bilancio assegna al MIUR 25 milioni di euro, al “fine del trasferimento della stessa somma all'Università degli studi di Roma Tor Vergata per la definizione del contenzioso” si legge al comma 1 della norma che il Parlamento dovrà votare.
L’assegnazione di questi fondi avviene insieme al trasferimento del diritto di proprietà dell’area su cui insiste il progetto di Calatrava. L'Università di Tor Vergata dovrà cedere il sito, le opere ed i progetti finora realizzati, ad una società pubblica che non è stata precisata.
La quota più consistente di finanziamenti sono quelli destinati a far ripartire il cantiere ed a concludere l’opera. Trecento milioni da corrispondere in tre anni alla società pubblica a cui l'università di Tor Vergata cederà l’area, le opere realizzate ed i progetti, saranno messi a disposizione 100 milioni l’anno, dal 2021 al 2023, “per la manutenzione, ordinaria e straordinaria, delle opere realizzate, la messa in sicurezza dell'area trasferita, la definizione della progettazione e il primo sviluppo dell'area stessa” viene chiarito nel dispositivo di legge che Camera e Senato devono approvare. Con questi stanziamenti dovrebbe chiudersi finalmente il cerchio, destinando a Tor Vergata la “Città dello Sport” che Calatrava aveva pensato, oppure sarà possibile trasformare il progetto, sulla scorta delle suggestioni che negli ultimi anni avevano preso piede, destinando ad esempio una della due cupole ad una serra per la ricerca scientifica.
Ma anche questa operazione è destinata a far discutere. Giovanni Caudo, il presidente del Municipio III, ha ricordato che quegli stanziamenti rappresentano “un costo esorbitante ed ingiustificato” e che costituiscono più o meno il corrispettivo di un intero anno di investimenti in infrastrutture per tutta la città di Roma”. Caudo, ha inoltre ricordato che già nel 2014, quando era assessore comunale all’Urbanistica con l’amministrazione Marino, “avevamo concordato con l'Università Tor Vergata e con lo stesso architetto Calatrava una riconversione della Vela che ospita la Piscina in sede della facoltà di Scienze Naturali. Il costo per il completamento in quel caso si aggirava intorno ai 70/80 milioni di euro”. Una somma decisamente inferiore, rispetto allo stanziamento attualmente previsto.
Dunque, anche se incrociando le dita, un ipotetico recupero sembrerebbe fattibile ed auspicabile, quello che non appare per niente certo al momento è la destinazione d'uso che la tanto famosa e “chiacchierata” Vela andrà a rivestire...
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