Come ho ripetuto spesso, l’URBANISTICA è l’arte di impedire alla gente di impicciarsi di ciò che la riguarda.
Non dovrebbe certamente essere così, ma spesso sembra solo arte per gli “addetti ai lavori”.
Oggi più di sempre occorre cambiare atteggiamento.
Ho assistito, partecipato e seguito in questi ultimi mesi a tre convegni sull’urbanistica, compreso il forum di Ginevra ad ottobre 2023, dove sindaci da tutto il mondo ed eccelsi urbanisti, compresa la fondazione dell’architetto Foster, hanno discusso per giorni e fatto il punto sulle CITTA’ oggi.
Stesso interesse e grandi motivazioni il convegno tenuto a Trieste dalla professoressa Granata, urbanista del Politecnico di Milano,
Vorrei trasferire in questo articolo, pensieri e riflessioni sulle città, piccole e grandi, in un momento così particolare e forse unico attuale.
“Se entrate in una casa e non trovate sedie per sedere, vi sentirete sicuramente a disagio, non accolti, ci restereste male?”
“E se entrate in una casa buia, con poca luce naturale, avreste anche paura !”
E le nostre città, i nostri paesi? Come sono? Sanno farti star bene? Sono attraenti per gli abitanti e anche per i turisti?
Oggi sono troppo importanti i “luoghi”...i luoghi che parlano, che ti raccontano una storia, la storia.
La vera democrazia si fa nei luoghi accoglienti. I luoghi delle nostre città rispondono ai nostri desideri, ai nostri sogni?
Nelle piazze si faceva la storia, nel passato, nell’antica Grecia, sotto l’ombra di qualche platano. Si è continuato a lungo nei secoli...le "piazze salotto" dove ci si incontrava e ci si raccontava, si viveva insieme...
Oggi sembra ci sia scritto “vietato entrare”....non ci si può giocare, non ci si può camminare facilmente, sostare e ascoltare. Strapiena di auto, senza sosta davanti bar e pub, soffocati comunque di auto. Anche per i giovani o si è consumatori oppure si è eliminati.
Anche i sagrati delle chiese e i portici e le chiese stesse sono poco accoglienti. Sembrano vietati.
Dal punto di vista urbanistico, grande è stato il fallimento della zonizzazione euclidea, che dividendo e isolando le funzioni e le attività ha creato una città con poca vivibilità, o addirittura nulla.
Un altro errore è stato, e oggi risulta evidente, che per oltre cento anni abbiamo creato scatole e contenitori: per la salute, gli ospedali, per lo spettacolo, i teatri, per l’istruzione, le scuole, per la natura, i giardini e i parchi. La città è una somma di scatole.
Sembra un paradosso... ma bisogna “rompere le scatole”.
Come si può pensare che una scuola sia l’unico luogo per l’educazione ? ci vuole un villaggio !
O come si può pensare che l'arte sia rinchiusa in un museo? L’ arte esce e deve uscire.
E il verde e la natura? Non solo nei giardini ma al posto dell’asfalto !
Mi sembra che Punzo abbia fatto diventare addirittura parte di un carcere un teatro professionale.
Un parroco di Napoli ha pulito e riqualificato , sotto la chiesa, le catacombe che richiamano turisti da tutta Italia. E in una scuola in città sono state portate le cascine per farle conoscere ai bambini e farli diventare più creativi.
Ma non dimentichiamo la grande visione di Olivetti, una grande riflessione/provocazione: da duemila anni l’assetto urbano è formato con pietra e asfalto... E’ evidente che così non è più adeguato! Ai vari problemi di oggi pensiamo che la sfida la risolviamo aumentando il numero dei giardini...ma la Natura chiede di essere dominante nelle città.
"Piantumare al posto dell’asfalto” depavimentando e piantumando, con saggia intelligenza nell’analisi e valutazione dei luoghi.
Trovare soluzioni ispirate alla natura, per tornare alla natura in città.
E cerchiamo di osare con l'urbanismo tattico, di cui parleremo nel prossimo numero.
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