Nasce Hydropower Alliance, l’alleanza europea dei 10 giganti del settore energetico per chiedere ufficialmente ai vertici della Commissione Europea di adottare una strategia efficace per il settore dell’idroelettrico e per inserirlo nella lista delle tecnologie strategiche del Piano Industriale del Green Deal.
È iniziato tutto con un incontro con la commissaria all’energia europea Kadri Simson e una lettera rivolta alla Commissione Europea da parte del gruppo delle dieci più importanti compagnie energetiche sul mercato, che si sono unite per promuovere i benefici dell’energia idroelettrica come elemento imprescindibile e pilastro essenziale del percorso verso la Net Zero 2050.
I firmatari sono EDF, Iberdrola, EDP, Statkraft, Vattenfall, Fortum, Verbund AG, Uniper, Engie ed il gruppo Enel, che insieme rappresentano in Europa una capacità idroelettrica installata totale di oltre 110 gigawatt. Questi hanno incontrato lo scorso 4 maggio il Commissario Europeo per l’energia, a Bruxelles, per presentare la neonata Hydropower Alliance, associazione che li ha riuniti con lo scopo di trasmettere all’organo esecutivo la necessità di “creare un quadro economico, politico e legale adeguato, affidabile e sostenibile per gli investimenti”, sottolineando come la crisi energetica abbia obbligato a guardare a più opzioni di produzione ed approvvigionamento energetico, riportando l’attenzione degli investitori proprio sul settore idroelettrico.
Si chiede perciò una strategia concreta che ponga il settore sullo stesso piano di quello degli altri tipi di energie rinnovabili, chiedendo peraltro all’istituzione europea di inserirlo nell’elenco delle tecnologie strategiche riportate nel piano industriale del Green Deal europeo.
L’energia idroelettrica è infatti una tra le tipologie di energia più diffuse nel rinnovabile e viene ricavata proprio dall’acqua, una delle fonti più antiche di energia utilizzate dall’uomo. Infatti stando ai dati del report dell’IRENA (International Renewable Energy Agency) del 2019, la potenza totale degli impianti idroelettrici installati globalmente rappresenta ben il 50% delle fonti rinnovabili utilizzate, pari a circa 1,172 gigawatt. Questo anche perché a differenza delle fonti rinnovabili più convenzionali, questo tipo di impianto è molto più efficiente in termini di produttività, essendo in grado di convertire in elettricità circa il 90% dell’energia dell’acqua, grazie al continuo lavoro dell’innovazione degli impianti.
Per comprendere il funzionamento di base della centrale idroelettrica basterà tenere a mente il principio di base su cui si fonda il funzionamento di questo tipo di impianti, cioè lo sfruttamento della naturale forza di gravità che aiuta l’acqua ad accelerare il suo corso e a liberare la sua energia potenziale.
Al netto delle perplessità e delle polemiche generate dall’opinione pubblica, relativamente alla fattibilità degli investimenti proposti dal gruppo di operatori, i vantaggi di questo sistema rimangono molteplici.
Intanto la durata della vita operativa di una centrale idroelettrica, che può arrivare anche ad un secolo, tempo abbastanza lungo da permettere una produzione soddisfacente di energia rinnovabile. È una fonte di energia pulita, a basso impatto ambientale poiché nella conversione in energia elettrica non vi è emissione di anidride carbonica, e oltretutto è illimitata nel tempo, basandosi su una fonte (l’acqua) che si autoalimenta nel tempo e viene potenzialmente reimmessa dal suo ciclo naturale. Inoltre, come già detto, le centrali idroelettriche presentano un funzionamento altamente efficiente e flessibile, richiedendo l’investimento di una piccola quantità di energia iniziare per generare l’intero processo e sono in grado di raggiungere la loro massima potenza in pochi minuti.
Un impianto idroelettrico è anche sinonimo di garanzia e tutela ambientale, in quanto interagisce con il territorio circostante e ne regola lo sviluppo: un esempio immediato di questo processo è il fatto di poter controllare il flusso di acqua con precisione e regolarità, riducendo ad esempio il rischio di inondazioni in periodi di piogge intense o il rischio di accumulo di acque stagnanti. Non per ultimo, caratteristica fondamentale di una centrale idroelettrica è quella di essere anche un accumulatore di energia naturale e fungere da stabilizzatore dei flussi di energia per le altre fonti rinnovabili. Se nei giorni in cui è possibile sfruttare vento e sole l’elettricità in eccesso prodotta dagli impianti fotovoltaici ed eolici può essere sfruttata come vettore per pompare l’acqua nel bacino superiore, nel caso in cui ci fosse un “vuoto” di produzione da parte degli impianti eolici e solari, l’impianto idroelettrico può essere sfruttato per generare energia semplicemente facendo lavorare le turbine, attivate dalla caduta di acqua. Un vantaggio da non sottovalutare, quello dell’accumulo di energia, in tempi in cui ricorrere alle batterie convenzionali risulta generalmente complicato o molto dispendioso in termini economici.
Fino ad oggi, l’Unione Europea si è concentrata perlopiù sul rinnovamento e sulla manutenzione di impianti idroelettrici già esistenti, ma è chiaro che un progetto che possa anche solo pensare di concorrere per gli obiettivi di Net Zero e dell’Agenda 2030 deve necessariamente attuare una riforma strutturale. Anche solo perché potenziando un settore come quello dell’idroelettrico andrebbe a giovare soprattutto sulla sicurezza energetica, riducendo complessivamente la dipendenza energetica europea, dato che la maggior parte delle centrali idroelettriche si trova in Europa.
È infatti quello che chiedono i firmatari dell’Alleanza ai vertici Ue: una riforma sostanziale nel settore, incrementandone la visibilità nelle politiche decisionali europee per mettere a segno l’obiettivo comune di includere il settore nel quadro generale della cosiddetta “energia pulita”, così come previsto dalla visione strategica europea descritta nel programma “A Clean Planet for all”.
Per concludere, i firmatari dell’Hydropower Alliance sottolineano l’importanza di non sottovalutare il ruolo cardine dell’idroelettrico in un nuovo contesto di mix energetico sostenibile. È chiaro che puntare e potenziare questo settore già in attivo significa intenderlo come un complemento, seppur essenziale, che andrà ad affiancarsi allo sforzo già in itinere dell’energia rinnovabile derivante dalle fonti più convenzionali. Ma, data la loro funzionalità per natura intermittente, l’idroelettrico potrebbe costituire un collante fondamentale che gioverebbe alla continuità delle operazioni, e oltretutto andrebbe ad essere un aiuto considerevole in termini di accumulo di energia. In questo contesto, non si può non sottolineare l’importanza di questa unione tra “i grandi” dell’energia, una spinta necessaria sia a livello economico, sia a livello anche di visibilità e stimolo per gli investimenti, sancendo un connubio essenziale tra politica e business, il solo a poter condurre efficacemente un cambiamento a livello pratico.
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