Non ci sono antidoti che impediscano il rischio di cadere nelle mani di un manipolatore relazionale. Le leggi sono importanti ma, non bastano. Fondamentale è acquisire le competenze, per riconoscere i segnali di pericolo e i comportamenti equivoci. Riconoscere le varie violenze non è facile e soprattutto le donne non sempre riescono a riconoscere il pericolo e interrompere il legame tossico che si è stabilito.
Il clima culturale racchiude maschi e femmine in stereotipi e luoghi comuni che sono difficili da scardinare.
Sono tante le donne vittime di relazioni tossiche, e anche coloro che hanno una personalità ben strutturata possono essere manipolate da un predatore molto organizzato.
Non escludo che ci possano essere relazioni dove la vittima sia un uomo.
I femminicidi potrebbero essere evitati, perché si registrano segnali che la situazione sta degenerando.
I messaggi sono spesso ripetuti, per permettere di aiutare le vittime ad acquisire consapevolezza della propria condizione e risanare l’autostima.
Si va a ristrutturare cognitivamente il pensiero introiettato di svalutazione e annullamento, per riacquistare la libertà di pensiero. Si impara a reagire, a non farsi schiacciare da chi gode nel distruggere la personalità altrui.
Basterebbe, al primo appuntamento, porre delle domande conoscitive, dove l’altro possa rispondere rivelando qualcosa di sé: cosa ti ha spinto a uscire con me? Cosa stai cercando? Cosa conta per te? Quando pensi ai recenti grandi eventi politici, c’è qualcosa che ti colpisce? Come gestisci lavoro e vita privata? Cosa faresti se avessi una settimana libera? Quando sei in compagnia, prendi spesso l’iniziativa sul da farsi? Quando sei disposto a scendere a compromessi con gli altri? Cosa pensi sia importante per una relazione sana? Come gestisci i conflitti? (Brooke Schwartz).
Certamente da incorporare all’interno di un dialogo piacevole per entrambi, per avere un’idea di massima di chi si frequenta.
Il Principe azzurro o uomo perfetto, che fa innamorare molte donne presenta sempre le stesse caratteristiche: non deve essere bello o bellissimo, ma deve essere affascinante, carismatico e brillante; saper far ridere; destreggiarsi in qualsiasi conversazione; sicuro, sguardo diretto negli occhi: mette in evidenza un lato di sé vulnerabile in modo da far uscire fuori la crocerossina dentro ogni donna; essere un po' tenebroso, intrigante per le donne; capace di ascoltare, apprezzato dalle donne; passionale, focoso, tenero e attento nel sesso. Un vero gentiluomo, un uomo perfetto per sedurre e conquistare una donna, farla innamorare ed essere disposta a fare qualsiasi cosa per accontentarlo.
Un vero manipolatore relazionale.
Cerca di impossessarsi delle attenzioni femminili per stabilire una base di potere. All’inizio si mostra una persona normale, in grado di sintonizzarsi con gli altri e con la propria partner.
Quando il partner si mostra violento, la donna preserva il lato buono che ha mostrato. Innesca un meccanismo difensivo, difende l’immagine di lui da gentiluomo, quella che l’ha fatta innamorare, invece di riconoscere di aver fallito nella valutazione del proprio partner. Alternando nella stessa giornata diversi comportamenti la donna cade in uno stato confusionale.
Facendo affidamento sul lato buono, le donne mandano avanti per anni un rapporto colmo di sofferenza. Senza quel lato non ci sarebbe un innamoramento e un Principe azzurro.
La donna rimane nella relazione malata, alla quale si è adattata, isolandosi e deformando la realtà.
Crede nell’amore del proprio uomo, e giustifica qualsiasi comportamento. Vuole salvarlo, vuole aiutarlo a tornare quello di una volta. Non cambia lei, spera di cambiare lui.
Alcune donne per pudore, si vergognano di chiedere aiuto e salvano le apparenze con i propri familiari. Incomincia a colpevolizzarsi, a manifestare scarsa autostima, ad annullare la propria personalità in quella del partner, sopportando umiliazioni e violenze.
Il manipolatore individua sempre la preda con le caratteristiche adeguate. Attenzione nella fase di conoscenza con l’uomo/donna, per non rivelare indizi pericolosi sulla propria personalità.
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