SEGNI - "A che cosa serve avere i castagneti più belli d’Italia e il marrone segnino che è un’autentica eccellenza se poi si fa poco o nulla per promuoverlo, trasformarlo, commercializzarlo, dotandolo di etichettatura di qualità? A che cosa serve avere ancora pascoli superbi, una pastorizia fiorente e prodotti locali di assoluta qualità se non si riesce a fare sistema, ad alimentare una economia di scala e tradurre in effettivo valore il potenziale di cui dispone il territorio?”
Due importanti quesiti intorno ad un argomento centrale nel programma elettorale dell’attuale Amministrazione guidata dall’Onorevole Silvano Moffa votata fin da subito a individuare “criticità da superare e opportunità da cogliere per restituire anima, passione, protagonismo, centralità alla città di Segni”. La Nuova Segni.
A circa un anno dall’insediamento, con un bilancio più che apprezzabile per l’operato, un primo intervento in tal senso risale all’autunno 2023, in occasione della 66esima edizione della Sagra del marrone segnino, importante vetrina del piccolo paese lepino.
Una Kermesse strutturata in quattro giornate, con un ricco programma di appuntamenti, che ha promosso cultura, storia, archeologia, enogastronomia e celebrato in tutte le forme il prodotto tipico ormai conosciuto in tutta Italia e nel mondo; anche attraverso un importante Convegno tenuto in Sala Pio XI, cui hanno partecipato illustri esponenti istituzionali alla presenza del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, con un focus per lanciare il Biodistretto.
BIODISTRETTO
Un’area geografica naturalmente vocata al biologico nella quale i diversi attori del territorio - agricoltori, privati cittadini, associazioni, operatori turistici e pubbliche amministrazioni - stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse, puntando su produzioni biologiche che coinvolgono tutte le parti delle filiere fino al consumo.
Il Biodistretto insomma come patto per lo sviluppo green del territorio, sottoscritto da produttori biologici, dalle amministrazioni locali, da ambiti della società civile.
Nuova forma di governance territoriale per lo sviluppo locale.
Dopo l’appuntamento di Ottobre, un ulteriore passo avanti in questo senso si è avuto con il workshop “Il Biodistretto della castagna e non solo” evento promosso dal Comune di Segni con Regione Lazio e Arsial - Agenzia Regionale per lo Sviluppo e Innovazione dell’Agricoltura del Lazio – che è servito a delineare con spirito di chiarificazione l’iter amministrativo e le strategie di intervento, anche attraverso un interessante e produttivo confronto con aziende agricole, confederazioni, responsabili territoriali di Coldiretti e Confagricoltura, associazioni, professionisti e cittadini per rilanciare i prodotti di eccellenza del nostro territorio, a partire dal marrone.
L’avvio di una riflessione pubblica aperta anche alle forze economiche e imprenditoriali sulla possibilità di mettere a sistema le potenzialità legate al territorio in termini di investimenti produttivi. Secondo un’idea forte che funga da catalizzatore.
L’incontro è avvenuto l’11 maggio 2024 presso l’Aula Consiliare del Palazzo del Comune di Segni.
A fare gli onori di casa e presiedere i lavori, il nostro Sindaco, Silvano Moffa, affiancato da tutto il suo staff e nel tavolo della conferenza da Antonella Iannucci, Assessore al Bilancio, Ambiente e Attività Produttive; da Lucia Margaritelli, Dirigente Agricoltura e Sovranità Alimentare Regione Lazio; da Claudio Di Giannantonio, Dirigente Area Tutela Risorse, Vigilanza e Qualità delle Produzioni ARSIAL; dai Sindaci di Carpineto Romano, Gorga, Montelanico, Roccamassima.
Le istruzioni per costituire un Biodistretto e candidarsi così anche a ottenere i contributi della PAC e del nuovo Fondo per l’agricoltura biologica, le ha fornite col suo intervento la Dottoressa Lucia Margaritelli, Dirigente Agricoltura e Sovranità Alimentare Regione Lazio.
Riferendosi al Registro nazionale dei Distretti del Cibo, cui sono compresi i distretti biologici o biodistretti, ne enuncia le caratteristiche- confini amministrativi dei Comuni, estensione della superficie con numero percentuale richiesto di territorio a coltivazione bio - e la dislocazione in Italia; rendiconta sui risultati dell’indagine su progetti e buone pratiche dei distretti biologici istituiti; porta ad esempio le esperienze avviate spontaneamente in varie parti d’Italia negli ultimi quindici anni, soffermandosi soprattutto su quella della Tuscia; riserva un largo margine di attenzione alle norme che le regioni hanno messo in campo per disciplinare i Biodistretti nei rispettivi territori. In realtà a livello legislativo il Decreto 28 Dicembre 2022 determina i requisiti e le condizioni per la costituzione dei distretti biologici o biodistretti: comitato promotore, protocollo, richiesta di riconoscimento da presentare alla regione di appartenenza o a ciascuna regione in caso il territorio comprendesse più regioni, soggetto gestore, categorie obbligatorie di soggetti partecipanti e opzionali, sono le voci principali per progettare un percorso partecipativo per la nascita del Biodistretto che promuova un’esperienza propulsiva di un biologico territoriale.
L’agricoltura biologica è ad oggi lo strumento chiave per dare impulso all’economia locale e mantenere o migliorare la qualità del territorio, in alcuni casi minacciato dall’abbandono delle campagne, o sotto la pressione di un’agricoltura intensiva.
Quando prende la parola Claudio Di Giannantonio, Dirigente Area Tutela Risorse, Vigilanza e Qualità delle Produzioni ARSIAL sembra di correre una corsa a staffetta dove la continuità dei cambi è documentata, con passaggio del testimone, da temi d’ambito tra i più rilevanti: i tre DDL di riforma della legge sulla montagna, in esame unificato in commissione al Senato con evidenziato il ruolo che verrà dato ai comuni sui terreni silenti/abbandonati (art.22 della proposta governativa); la recente ordinanza sul contrasto dei cinghiali dalla quale emerge la conclamata criticità del problema per il Lazio; la recente legge sull’agricoltore custode dell’ambiente; le criticità (e le controversie) dei cambiamenti climatici che incombono minacciose sul nostro pianeta, i molteplici impatti sugli ecosistemi, sulle società e sulle economie con l’urgente necessità di una consapevolezza globale e di un’azione decisiva. La necessità di avviare filiere produttive dalla terra alla tavola, anche della mensa scolastica per esempio, con contratti di sviluppo agroalimentari e progetti di investimento nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli destinati all’utenza. Chiudere una filiera per aprire un’opportunità.
E qui il pensiero non può che andare al ripristino del Centro di Castanicoltura che vede la sua sede fisica in Via Roccamassima e che potrebbe operare al di là dei confini fisici conducendo e promuovendo attività di ricerca, networking, servizi ecc) sulla base del legame del marrone con storia e tradizioni locali, scommettendo sulle potenzialità della castanicoltura per il territorio nazionale.
Di tutto quanto detto, ne è convinto il pubblico in sala. Soprattutto ne sono convinti i produttori e fornitori di prodotti delle migliori pluripremiate aziende agricole che il territorio della provincia di Roma (versante romano) e Latina/Frosinone (versante pontino e ciociaro) possa vantare: azienda agricola AgriVolpicelli di Pietro Volpicelli, azienda agricola Fattoria La Frisona di Andrea Colagiacomo, Azienda agricola Il tartufo Lepino di Francesca Fagiolo, Azienda vinicola Cantine Marco Carpeneti, quest’ultimo, presidente del GAL – Gruppo di Azione Locale - dei Monti Lepini 2023/2027.
Realtà dedicate alla coltivazione, all’allevamento, alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari.
Espressione del lavoro e di attività a gestione familiare consolidata nel tempo, votate per la gran parte ad una agricoltura biologica, che riconferma i concetti di sostenibilità, rispetto per la natura, ricerca nella tradizione, innovazione, messa a sistema.
Identificare le strategie di successo per il posizionamento competitivo della propria offerta: è solo così che oggi si governano i processi e si regolano anche le risorse imprenditoriali che vengono dall’esterno.
Benvenuti dunque a tutti, purchè nel quadro del progetto che saremo stati capaci di darci.
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